
Glamping o demolizione delle piscine
Contro la variante del Piano regolatore di Lugano-Carona, per l’inserimento di un Glamping nell’attuale piscina, sono stati inoltrati alcuni ricorsi di cittadini luganesi (oltre una ventina) a difesa di una struttura pubblica (il parco e la piscina) importante per tutta la regione. Ha pure interposto ricorso la STAN (Società ticinese per l’arte e la natura). Non poteva mancare anche questa voce tenuto conto che il territorio è inserito nell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali (IFP), a tutela del quale anche la STAN è legittimata a ricorrere a tutte le istanze giudiziarie.
Il Municipio ha sorprendentemente decretato di chiudere subito la piscina. Sorprende la tempistica, ma soprattutto la mancata riflessione sui costi per l’eventuale smantellamento e rinaturalizzazione dell’area. La realizzazione del Glamping è più che problematica ora.
Molti cittadini si sono riuniti per contrastare questa chiusura. Il Laboratorio Carona, esaminerà questa problematica anche nell’ambito di eventi aperti al pubblico, dal profilo della legalità, della pianificazione del territorio e della tutela del paesaggio; non è una materia arida e tecnica, ma attrezzo indispensabile di partecipazione per realizzare i nostri sogni, e il nostro futuro nell’evolversi dell’ organizzazione del territorio in cui viviamo.
Lugano ha aggregato negli anni 53 nuclei medievali. Una superficie di sostanza antica che, se messa assieme, potrebbe contare un’area più vasta della superficie della città al piano.
Non sarebbe ora che la città si desse strumenti efficaci di conoscenza, di pianificazione e intervento adeguati per questa sostanza storica e urbana del passato?