
Glamping a Carona?
Forti opposizioni non solo da parte di chi abita a Carona si sono manifestate fin dall’inizio della procedura di pianificazione per un glamping a Carona. Comunque, il Municipio di Lugano ha mantenuto la proposta di concedere al TCS un diritto di superficie (in pratica di proprietà a termine) per 50 anni per gestire privatamente un Glamping. Il Consiglio Comunale (CC) ha seguito le proprie Commissioni e in ottobre ha approvato sia la variante di PR, sia la concessione del diritto di superficie.

Il Glamping, nei fatti è concepito come un villaggio autosufficiente, che si vuole glamour (incantato, magico). A Carona verrebbe a trovarsi dentro l’area della piscina, a ridosso del nucleo storico d’importanza nazionale, dall’aspetto forse unico nel luganese, a ricordare una cittadella medievale, testimonianza preziosa e importante dentro un territorio delicato, seppur oggi problematico dal profilo del traffico e dei posteggi.
Un nucleo storico da cui partono vie storiche (inserite nell’inventario federale), che portano a Santa Sarta, alla Madonna d’Ongero e a Torello da un versante, a Melide dall’altro. Un territorio percorso da un turismo sempre più interessato a queste forti testimonianze della nostra regione e ad un paesaggio plasmato nei secoli da una civiltà ormai morta, ma che guardava al mondo con i suoi maestri artigiani, costruttori, stuccatori e pittori, che hanno lavorato in tutta Europa. Carona ha queste caratteristiche storiche e culturali, notevoli e uniche, che rendono piacevole abitarci, trascorrerci una vacanza o anche solo una giornata. E ci pare che, siano queste le peculiarità storiche e culturali a cui attribuire importanza e visibilità per noi che ci viviamo dentro o vicini e per un turismo che questo cerca e vuole di trovare. insomma quanto di unico e notevole troviamo a Carona piuttosto che impiegare risorse in progetti proposti dalle agenzie turistiche (qui il TCS). Sorgono quindi questioni urgenti su cui ragionare, prima che sia troppo tardi.
“Antico insediamento documentato per la prima volta nel 926 con il nome di “Calauna”, si trova citato come “Charona” nel 1467 e come “Cherona” nel 1487. Già nel Medioevo, come sembrano mostrare le testimonianze storiche e quelle architettoniche, il villaggio aveva una consistenza non molto diversa da quella attuale, e l’evoluzione attraverso i secoli all’inizio del XX è stata fondamentalmente quella di riattamento e di sostituzione. La situazione attuale dei collegamenti stradali è la stessa di quella riportata nella Carta Siegfried del 1891 che mostra il collegamento con il lago, in corrispondenza di Paradiso, già carrozzabile fino al Santuario della Madonna d’Ongero, tra Carona e Torello. “ ( da ISOS CARONA)
Abbiamo cercato di capire se la città di Lugano abbia esplicitato una visione dello sviluppo territoriale di Carona, come di altri suoi villaggi, una strategia, anche turistica, dentro la quale valutare la portata di un progetto come il Glamping. Non l’abbiamo trovata né negli studi preliminari del masterplan comunale, né nel messaggio municipale né nei rapporti delle commissioni del CC. La città, almeno per quanto concerne i villaggi e territori aggregati una decina di anni fa, rischia, infatti, di improvvisare pericolosamente, ciò che non è ammissibile fare quando non esista, come a Carona, un Piano regolatore aggiornato e quando iniziative di questa portata (un glamping) vengano calate non dove potrebbero forse servire, ma dove capita o dove il privato propone, lontani dalle riflessioni attuali sul paesaggio e la sua salvaguardia.
Alla lettura dei Messaggi del Municipio della città e dei rapporti delle commissioni del CC, si apprende che la cessione al TCS è vissuta come un’occasione per coprire un deficit d’incasso della piscina di Carona. Ma questa piscina è circondata da un parco che la rende unica anche se un po’ vecchiotta; ci si trova una dismessa cava di granito, strutture che oggi vengono valorizzate sul territorio. Un parco per famiglie, bambini, anziani, per chi cerca il caldo e chi il fresco, per chi vuole rilassarsi e chi vuol fare quattro chiacchiere, per le scolaresche in visita da altri cantoni, per tutti. Ha una sua funzione, esattamente come il parco Ciani, il Tassino, il parco Lanchetta, il parco Viarno a Pregassona per i quali nessuno chiede se sono attivi finanziariamente, perché concorrono a una qualità di vita che fa bene a tutti, abitanti e turisti. E nei quali nessuno si immagina di calare un glamping per pareggiare il bilancio. Sono pregiate strutture pubbliche e tali devono restare per l’uso di tutti. Anche la piscina di Carona con il suo parco è una struttura pubblica della città che deve potere servire l’intera città.
Con la prospettiva dell’aumento delle temperature estive, a voler prendere sul serio questa calamità, soprattutto per chi in città vive e lavora e non può ad ogni piè sospinto “fuggire” ai monti o al mare, cosa di meglio di una piscina pubblica in collina, a Carona, che è accessibile oggi con mezzi pubblici e forse un giorno con una funivia, dal pian Scairolo, anche nella pausa di mezzogiorno o a fine pomeriggio; e quale occasione migliore, per quelle famiglie che non sempre possono permettersi vacanze costose altrove? Abbonamenti famigliari ad hoc. Un tempo le pensioni a Carona ospitavano famiglie luganesi nei caldi mesi estivi.
C’ è da chiedersi, quindi, se l’idea concedere un diritto di superficie al TCS per vari decenni per impiantarvi, un villaggio glamping, a motivo che la piscina comunale sarebbe in perdita, non sia frutto di una visione distorta e pericolosa della recente aggregazione di comuni collinari da parte della città: in realtà una sorta di colonizzazione piuttosto che di un fruttuoso vincolo che generi risorse per tutti gli abitanti del piano e della collina.
Infine, ma non da ultimo, ci pare debba far riflettere l’idea di accostare un nucleo storico millenario, con uno pseudo accampamento effimero e kitsch, un glamping pensato dai promotori (TCS) come “la combinazione perfetta di esperienza nella natura e comfort, con un tocco di lusso!” che sarebbe “molto più di una tendenza di viaggio: è uno stile di vita. Combina stile e glamour con il campeggio e la vicinanza alla natura.” Qualcosa evidentemente stona anche a livello di sensibilità.
Vedremo lo sviluppo dell’iter di approvazione della variante di Piano Regolatore che meriterebbe un approfondito dibattito che auspichiamo. Ospitiamo volentieri vostre osservazioni tramite laboratoriocarona@gmail.com